Introduzione
Il concetto di narcisismo occupa una posizione centrale nella psicopatologia contemporanea, sia come costrutto transdiagnostico, sia come configurazione strutturale della personalità. Da un lato, esso può essere inteso come una componente evolutiva del Sé — funzionale allo sviluppo dell’autostima, dell’identità personale e della regolazione affettiva — dall’altro, in determinate condizioni, può assumere caratteristiche disadattive e pervasive, tali da configurare un quadro clinicamente significativo: il Disturbo Narcisistico di Personalità (Narcissistic Personality Disorder).
La distinzione tra narcisismo “sano” e “patologico” non è netta. In un’ottica dimensionale, il grado di rigidità del funzionamento, la compromissione della qualità delle relazioni interpersonali e il livello di adattamento psicosociale costituiscono i criteri fondamentali per determinare la natura clinica del narcisismo (Madeddu, 2021; Gabbard, 2010).
Cosa si intende per narcisismo?
In ambito clinico, il narcisismo si riferisce a una modalità di funzionamento della personalità caratterizzata da un bisogno persistente di ammirazione, da una scarsa tolleranza alla frustrazione e da una marcata difficoltà nella relazione empatica con l’altro. Secondo il DSM-5-TR, il disturbo narcisistico di personalità è definito da un pattern pervasivo di grandiosità (manifestata nel comportamento o nella fantasia), da un bisogno eccessivo di ammirazione e da una profonda mancanza di empatia, con esordio nella prima età adulta e manifestazione in contesti diversi.
Le due configurazioni cliniche: narcisismo grandioso e vulnerabile
Come evidenziato da Fabio Madeddu (2021) nel volume “I mille volti di Narciso”, il narcisismo non è una struttura monolitica, ma si manifesta lungo un continuum clinico che comprende due configurazioni principali:
• Narcisismo grandioso (overt): il soggetto si presenta come sicuro di sé, dominante e competitivo. La grandiosità è manifesta e si accompagna a comportamenti di controllo, superiorità e svalutazione dell’altro.
• Narcisismo vulnerabile (covert): più difficile da individuare, è caratterizzato da ipersensibilità alle critiche, insicurezza, vissuti depressivi e percezioni di inadeguatezza, spesso mascherate da atteggiamenti apparentemente modesti o ritirati.
È frequente che entrambe le modalità coesistano nello stesso individuo, con oscillazioni tra polarità grandiose e vulnerabili a seconda del contesto relazionale e delle dinamiche interne.
Il trattamento
Riconoscere le diverse configurazioni del narcisismo e affrontarle all’interno di una relazione terapeutica costituisce una sfida clinica rilevante, ma anche un’opportunità trasformativa. Il trattamento psicoterapeutico — in particolare ad orientamento psicodinamico o relazionale — si propone di esplorare le radici del funzionamento narcisistico, facilitare una maggiore consapevolezza di sé e promuovere l’integrazione affettiva e relazionale.
La costruzione dell’alleanza terapeutica, spesso ostacolata da difese quali l’idealizzazione, la svalutazione o il ritiro relazionale, rappresenta una fase cruciale del percorso. In un setting clinico sicuro e non giudicante, è possibile accompagnare il paziente verso una progressiva elaborazione dei vissuti di fragilità narcisistica, favorendo lo sviluppo di modalità relazionali più autentiche, empatiche e stabili.
Bibliografia
American Psychiatric Association. (2023). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali: DSM-5-TR (G. Nicolò & E. Pompili, Eds. it.). Raffaello Cortina Editore. (Opera originale pubblicata nel 2022)
Gabbard, G. O. (2010). Psichiatria psicodinamica (3ª ed.). Raffaello Cortina Editore.
Kernberg, O. F. (1992). Severe personality disorders: Psychotherapeutic strategies. Yale University Press.
Madeddu, F. (2021). I mille volti di Narciso: Narcisismo normale, narcisismo patologico e disturbo narcisistico di personalità. Raffaello Cortina Editore.
Ronningstam, E. (2005). Identifying and understanding the narcissistic personality. Oxford University Press.