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Il disturbo borderline di personalità: comprendere le difficoltà relazionali

Il disturbo borderline di personalità: comprendere le difficoltà relazionale
Pubblicato il: 2 Luglio 2025
Il disturbo borderline di personalità: comprendere le difficoltà relazionali

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Pubblicato il: 2 Luglio 2025

Scritto da:

Redazione Clinica Psiche

Il disturbo borderline di personalità?

Il disturbo borderline di personalità (DBP) è una condizione psicologica complessa, caratterizzata da una marcata instabilità nell’immagine di sé, nelle relazioni interpersonali, nell’umore e nel comportamento. Le persone con funzionamento borderline presentano una sensibilità emotiva molto elevata e una difficoltà nel modulare e dare continuità alle proprie esperienze affettive. Questo disturbo rientra nel Cluster B dei disturbi di personalità, secondo il DSM-5-TR (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), e si manifesta tipicamente entro la prima età adulta. La prevalenza nella popolazione generale si aggira intorno all’1-2%, con un’incidenza maggiore tra le donne.

Quali sono le principali caratteristiche?

Le persone con disturbo borderline di personalità presentano un pattern pervasivo di instabilità che si riflette in diversi ambiti: • Relazioni interpersonali instabili: il legame con l’altro è vissuto in modo intenso ma spesso fragile. Si alternano idealizzazione e svalutazione, con una costante paura dell’abbandono, reale o immaginato. • Disregolazione emotiva: le emozioni vengono percepite come travolgenti o incontrollabili. Rabbia, ansia, tristezza e vergogna possono emergere rapidamente e cambiare con altrettanta velocità. • Senso di sé instabile: l’identità personale può essere poco definita o oscillare nel tempo, generando confusione e insicurezza. • Impulsività: può manifestarsi attraverso comportamenti disfunzionali (ad esempio spese eccessive, uso improprio di sostanze, alimentazione disordinata, comportamenti sessuali a rischio). • Comportamenti autolesivi o ideazione suicidaria: presenti in una percentuale significativa di casi, spesso come risposta a stati emotivi intensi o a rotture relazionali.

La dimensione relazionale nel borderline

Le difficoltà relazionali sono centrali nel disturbo borderline. Il rapporto con l’altro è profondamente ambivalente: c’è un bisogno intenso di vicinanza, ma anche una forte difficoltà a tollerare la frustrazione, la distanza o l’ambiguità. Il timore dell’abbandono può portare a reazioni impulsive o drammatiche, nel tentativo di evitare la separazione. Spesso, alla base di questa vulnerabilità, ci sono esperienze precoci di attaccamento instabile o traumatico, che hanno compromesso lo sviluppo di una base sicura e integrata dell’identità. L’altro diventa, quindi, allo stesso tempo fonte di rassicurazione e potenziale minaccia. La relazione con l’altro è ricercata e fortemente voluta per sanare il profondo vissuto di vuoto interiore ma al tempo stesso tale vicinanza viene duramente respinta poichè vissuta come soffocante.

Trattamento: un percorso possibile

Nonostante la complessità del quadro, il disturbo borderline può essere trattato efficacemente attraverso interventi psicoterapeutici specifici. Le linee guida internazionali raccomandano in particolare: • Terapia Dialettico-Comportamentale (DBT): sviluppata da Marsha Linehan, è uno degli approcci più validati per il DBP. Si focalizza su regolazione emotiva, tolleranza della sofferenza, abilità interpersonali e mindfulness. • Terapia basata sulla Mentalizzazione (MBT): sviluppata da Fonagy e Bateman, mira a migliorare la capacità di comprendere e regolare i propri stati mentali e quelli altrui. • Schema Therapy: lavora sull’origine precoce dei modelli disfunzionali e sulle emozioni ad essi associate. • Terapie psicodinamiche orientate al transfert: utili nel lungo termine, si focalizzano sulle relazioni interne e sull’elaborazione dei vissuti affettivi. L’intervento farmacologico può essere preso in considerazione in presenza di sintomi specifici, come impulsività marcata, instabilità dell’umore o ansia intensa. Esso rappresenta spesso un supporto necessario per la gestione della sintomatologia acuta. La sua efficacia aumenta se inserito all’interno di un percorso terapeutico integrato e personalizzato.

Conclusione

Il disturbo borderline di personalità è una condizione strutturale e pervasiva ma con cui è possibile imparare a vivere comprendendo il proprio funzionamento, accogliendo e sanando le proprie ferite. Con un intervento terapeutico specializzato e una rete relazionale di supporto, molte persone riescono a costruire un funzionamento più stabile, relazioni più sicure e una maggiore consapevolezza di sé. Il primo passo è sempre la comprensione: riconoscere la sofferenza, comprenderne la radice e attivare un percorso di cura centrato sulla persona.

Bibliografia

American Psychiatric Association. (2022). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (5ª ed., revisione del testo; DSM-5-TR). Raffaello Cortina Editore.Gabbard, G. O. (2021). Psichiatria psicodinamica (6ª ed.). Raffaello Cortina EditoreLinehan, M. M. (1993). Cognitive-behavioral treatment of borderline personality disorder. New York: Guilford Press.

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