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Il Disturbo da Deficit di Attenzione con o senza Iperattività ADHD

Pubblicato il: 20 Ottobre 2025
Il Disturbo da Deficit di Attenzione con o senza Iperattività ADHD

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Pubblicato il: 20 Ottobre 2025

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Redazione Clinica Psiche

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Il Disturbo da Deficit di Attenzione con o senza Iperattività ADHD

Ottobre è il Mese della Consapevolezza dell’ADHD: un’occasione per informarsi, riconoscere i segnali precoci e facilitare l’accesso a valutazione e trattamento.

Il Disturbo da Deficit di Attenzione con o senza Iperattività, meglio noto come ADHD, è un disturbo del neurosviluppo che coinvolge sempre più bambini e famiglie. Si tratta di un disturbo che può influenzare in modo profondo il comportamento, l’apprendimento e le relazioni sociali dei più piccoli, segnandone il loro sviluppo. Differentemente da ciò che si pensa, l’ADHD è una condizione da diagnosticare, non si tratta semplicemente di vivacità o disattenzione momentanea: è un insieme di difficoltà persistenti, presenti dalla prima infanzia, che richiedono ascolto, comprensione e strategie adeguate per permettere di vivere la quotidianità in maniera serena. L’ADHD, come altri disturbi del neurosviluppo, non è un quadro rigido e uniforme, ma si colloca su un continuum di gravità e variabilità, presentandosi con diverse sfumature cliniche e manifestazioni individuali; può presentarsi in 3 forme principali: forma inattentiva dominante, forma iperattività-impulsività predominante e forma combinata.

Sintomi dell’ADHD

I criteri diagnostici (DSM-V) comprendono:

  • Un quadro persistente di disattenzione e/o iperattività-impulsività che interferisce con il funzionamento o lo sviluppo
  • Sintomi multipli di disattenzione o iperattività-impulsività erano presenti prima dei 12 anni
  • Sintomi multipli di disattenzione o iperattività-impulsività sono presenti in almeno due contesti diversi (ad es., casa, scuola, lavoro, con amici o familiari)
  • I sintomi interferiscono chiaramente con o riducono la qualità del funzionamento sociale, scolastico o lavorativo
  • I sintomi non si manifestano esclusivamente durante un disturbo psicotico o non sono meglio spiegati da un altro disturbo

I sintomi principali comprendono una marcata difficoltà a mantenere l’attenzione, una tendenza all’iperattività motoria e cognitiva ed un comportamento impulsivo. Questi tratti non sono occasionali o legati al carattere del bambino: sono persistenti, si manifestano in contesti diversi e possono interferire in modo concreto con le attività quotidiane.

Come identificare e trattare l’ADHD

Per identificare e trattare l’ADHD in modo adeguato è fondamentale una presa a carico multidisciplinare ed una valutazione multi-informata (paziente, genitori, insegnanti). L’ADHD è una diagnosi comportamentale (Schwarz, 2022) ed i metodi di valutazione comprendono questionari come il Conners, compilato dai genitori, insieme a valutazioni semi-standardizzate come l’ACE (ADHD Child Evaluation).
Il trattamento per l’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) si basa su un approccio integrato e multimodale, che combina diversi interventi terapeutici adattati alle caratteristiche individuali del paziente, alla sua età e al contesto di vita. Questo approccio include sia strategie psicoeducative e psicoterapeutiche sia, nei casi moderati o gravi, un eventuale supporto farmacologico. Accanto ai farmaci, è centrale il lavoro psicoterapeutico, infatti, la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) aiuta il paziente a sviluppare le risorse per gestire le difficoltà quotidiane: migliorare l’organizzazione, rafforzare l’autoregolazione, lavorare sull’autostima e sulla tolleranza alla frustrazione. Inoltre, formulare interventi con la famiglia e la scuola permette di rendere il percorso terapeutico il più completo possibile, creando un ambiente più favorevole alla crescita e all’apprendimento.

Cause dell’ADHD

Le cause dell’ADHD non sono ancora del tutto comprese, ma gli studi suggeriscono che derivi da una combinazione di fattori genetici, neurobiologici e ambientali. Esiste una componente ereditaria significativa: il disturbo tende a ricorrere all’interno delle famiglie, suggerendo una predisposizione genetica. A livello cerebrale, sono state individuate differenze nel funzionamento di alcune aree coinvolte nell’attenzione, nella regolazione degli impulsi e nella pianificazione delle azioni, in particolare nella corteccia prefrontale e nei circuiti fronto-striatali. Anche fattori ambientali – come complicanze prenatali, nascita prematura, basso peso alla nascita o situazioni di stress precoce – possono contribuire all’insorgenza o alla gravità del disturbo.

L’importanza di una diagnosi precoce

La diagnosi precoce e l’intervento tempestivo sono aspetti cruciali nel trattamento dell’ADHD. Attraverso il supporto di figure specializzate, come neuropsichiatri infantili o psicologi, è possibile costruire un percorso educativo e terapeutico personalizzato. In alcuni casi, può essere indicato anche un trattamento farmacologico, sempre supervisionato da un medico esperto.
L’obiettivo non è “correggere” il bambino, ma accompagnarlo nella comprensione di sé, nella valorizzazione delle sue risorse e nello sviluppo di strumenti efficaci per gestire le difficoltà. Con un supporto adeguato, i bambini con ADHD possono vivere con maggiore serenità il percorso scolastico, costruire relazioni significative e crescere come individui sicuri e capaci.
Riconoscere e comprendere l’ADHD significa offrire a questi bambini l’opportunità di esprimere il loro potenziale, superando pregiudizi e stereotipi. Ogni bambino merita un ambiente che lo accolga nella sua unicità, che riconosca le sue difficoltà, ma anche le sue risorse, offrendo le condizioni per crescere, apprendere e svilupparsi serenamente.

BIBLIOGRAFIA

American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Arlington, VA: American Psychiatric Publishing.

Barkley, R. A. (2015). Attention-deficit hyperactivity disorder: A handbook for diagnosis and treatment (4th ed.). New York, NY: Guilford Press.

Faraone, S. V., Bellgrove, M. A., Brikell, I., Cortese, S., Hartman, C. A., Hollis, C., … Buitelaar, J. K. (2024). Attention-deficit/hyperactivity disorder. Nature Reviews Disease Primers, 10(1), 29. https://doi.org/10.1038/s41572-024-00518-w

Schneider, M. (2023). Psychologie du handicap [16,17]. Université de Genève.

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