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Il peso invisibile della salute mentale

Il peso invisibile della salute mentale
Pubblicato il: 17 Settembre 2025
Il peso invisibile della salute mentale

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Pubblicato il: 17 Settembre 2025

Scritto da:

Redazione Clinica Psiche

Un’emergenza globale

Oltre un miliardo di persone nel mondo convive con un disturbo mentale (circa una persona su otto), in particolare ansia e depressione. Un numero impressionante, che può sembrare astratto, ma che si riflette ogni giorno nelle vite di chi ci circonda. Ogni anno, più di 700.000 persone si tolgono la vita, sopraffatte da un dolore psichico profondo. Eppure, nonostante l’enormità del problema, la salute mentale continua a ricevere un’attenzione minima: solo il 2% della spesa sanitaria pubblica viene destinata a questo ambito.
Lo dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che il 2 settembre 2025 ha pubblicato due rapporti: “World Mental Health Today” e “Mental Health Atlas 2024“. Il primo fotografa la diffusione dei disturbi mentali e il loro impatto sulla vita delle persone e delle società. Il secondo analizza, Paese per Paese, quanto e come si investe in servizi di cura. I numeri tracciano un quadro netto: il 4,4% della popolazione mondiale soffre di disturbi d’ansia, il 4% di depressione, mentre disabilità intellettive e ADHD interessano circa l’1%. Le donne risultano colpite più frequentemente da ansia e depressione, mentre negli uomini prevalgono disturbi dello spettro autistico e comportamenti dirompenti.
In Svizzera, il peso della salute mentale è altrettanto significativo. L’economia nazionale sostiene costi annui pari a 17,3 miliardi di franchi svizzeri per assenze lavorative legate a motivi psichici. Fino a un terzo della popolazione elvetica sperimenta ogni anno un disturbo mentale, con un impatto profondo sia sul piano personale che economico.
I soli costi associati al burnout professionale sono stimati in 6,5 miliardi di franchi l’anno. E non è tutto: la fondazione Pro Mente Sana, attiva anche in Ticino, segnala una domanda crescente di servizi d’accesso a bassa soglia, che spesso non ricevono risorse adeguate. La salute mentale dei giovani, in particolare, ha subito un netto peggioramento dopo la pandemia, con ricadute rilevanti su scuola, lavoro e socialità.

La società che cambia

I numeri non bastano a inquadrare la complessità dell’emergenza globale della salute mentale. Comprendere la sofferenza psichica significa considerare non solo i sintomi, ma anche il terreno su cui si radicano. È un tema che attraversa la cultura, il tessuto sociale, le condizioni economiche e relazionali. Oggi, molti dei riferimenti che un tempo davano struttura e senso all’esperienza individuale si sono indeboliti, lasciando spazi di fragilità che spesso si esprimono nel corpo e nella mente.
Anche i legami affettivi si sono fatti più fragili. Le istituzioni che un tempo fungevano da contenitore e punto di riferimento sono diventate sempre più deboli. In questo vuoto simbolico e relazionale, ci troviamo spesso soli a fronteggiare un mondo che cambia troppo in fretta, dove la tecnologia evolve più velocemente di quanto i nostri corpi e cervelli possano adattarsi. La società odierna sembra misurare il valore dell’individuo sulla base della performance, dell’efficienza e della visibilità, restringendo sempre di più lo spazio per la vulnerabilità psichica. Il benessere emotivo viene ridotto a un problema individuale da risolvere con l’auto-ottimizzazione, mentre il senso di inadeguatezza cresce silenziosamente.
Questo scenario produce sofferenza diffusa. Come mostra anche il recente rapporto Censis, in Italia prevale un senso di impotenza davanti a problemi percepiti come irrisolvibili: l’immigrazione, l’invecchiamento, la crisi climatica, le guerre. La salute mentale diventa allora non solo un tema individuale, ma collettivo.

Servizi carenti e modelli possibili

Il paradosso è che, mentre cresce il bisogno di supporto psicologico, l’accesso ai servizi resta limitato. In molti Paesi, l’assistenza resta confinata agli ospedali psichiatrici e i servizi di salute mentale pubblici sono ancora insufficienti. I percorsi comunitari, centrati sulla persona, sono più un ideale che una realtà. Non a caso, nei Paesi a basso reddito, meno del 10% delle persone con disturbi mentali riceve cure adeguate.
Eppure, esistono modelli virtuosi. In Inghilterra, ad esempio, è attivo l’AIPT (Assessment Improvement Psychological Therapy), un servizio pubblico che offre diversi livelli di aiuto, in base alla gravità del disagio. Si va dall’auto-aiuto guidato alla psicoterapia breve, con approcci diversificati: cognitivo-comportamentale, sistemico, psicodinamico. Un sistema flessibile, che distingue tra disagio clinico e difficoltà esistenziale. Ma anche lì, come altrove, la sanità pubblica si fa carico solo dei sintomi, non delle domande più profonde sul senso, sulla solitudine, sul vivere. Il rischio è che solo chi può permettersi un terapeuta privato abbia accesso a un percorso di cura completo. La salute mentale, così, diventa una questione di giustizia sociale.

Ripensare la salute mentale come bene collettivo

I rapporti OMS lanciano un messaggio chiaro: è tempo di agire. Ignorare la salute mentale non è solo una mancanza etica, ma un costo economico immenso. La spesa pubblica “nascosta” generata da questa negligenza è enorme: perdita di produttività, aumento dei ricoveri ospedalieri per sintomi somatici legati a disturbi psichici non trattati, incremento delle assenze sul lavoro, impatto sulla qualità della vita, sulla scuola, sul tessuto sociale. Ogni mancato intervento precoce diventa una spesa moltiplicata nel tempo.
Prestare attenzione alla salute mentale non è solo un atto di cura, ma un investimento nel benessere collettivo e nella coesione sociale. È un interesse comune, un’urgenza pubblica. Il peso invisibile della salute mentale riguarda tutti e merita uno spazio nella nostra coscienza collettiva.

Bibliografia

Organizzazione Mondiale della Sanità. (2025a). Mental Health Atlas 2024. Geneva: World Health Organization.
Organizzazione Mondiale della Sanità. (2025b). World Mental Health Today. Geneva: World Health Organization.
Federal Office of Public Health. (2024). Mental health care in Switzerland.
Pro Mente Sana. (2023). Strategia per la promozione della salute mentale in Svizzera.
SWI swissinfo.ch. (2023). Come vengono trattate le malattie mentali in Svizzera?
Angelini Pharma. (2025). La salute mentale come motore della crescita socio-economica dell’Italia.
Repubblica. (2025, February 4). Disturbi mentali: 1 italiano su 6 ne soffre, pesa sul lavoro e sui conti pubblici

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