La psicoterapia incontra Dante
Nel cuore della 15ª edizione del Festival Dantesco, in programma a Roma dall’1 al 7 aprile 2025, si distingue un progetto artistico e clinico di forte impatto simbolico: Clinica Psiche partecipa con il cortometraggio “Post it”, un’opera fuori concorso che esplora in chiave psicoanalitica alcuni temi universali e profondamente psicologici: la depressione, la colpa e il giudizio.
L’evento culminerà nella serata del 7 aprile presso il Teatro Palladium, ma il significato di questa proposta va ben oltre la durata del Festival. Si tratta di un autentico dialogo tra cinema, pensiero clinico e immaginario dantesco.
Un incontro tra arte e cura
Da un’idea del Dott. Broetto e dal lavoro condiviso ed integrato dei colleghi Vincenzo Di Chio, Valeria Fiocco, Federica Bruschi e Martina Raccuia, che hanno sviluppato l’idea, il progetto rappresenta un esempio virtuoso di contaminazione tra linguaggi clinici e linguaggi artistici.
La collaborazione con l’Associazione Xenia (https://associazioneculturalexenia.it), sotto la direzione di Paolo Pasquini e Agnese Ciaffei, ha trasformato la sede di Clinica Psiche a Lugano in un set cinematografico, dove la riflessione clinica si è fatta immagine, suono, silenzio, sguardo.
La mente, la colpa e il viaggio terapeutico
Nel cortometraggio, lo spettatore non è solo chiamato a guardare: è invitato a sentire, riconoscere, riflettere.
Il protagonista non ha un nome, perché potrebbe essere chiunque. Il suo volto si sottrae allo specchio, rifugge la luce, teme il giudizio. Il suo è un viaggio interiore, costellato da porte – concrete, simboliche, oniriche – che si aprono su un percorso terapeutico profondo.
In questo cammino, ispirato alla discesa agli Inferi di Dante, non è un poeta a guidarlo, ma una terapeuta: figura discreta, accogliente, non giudicante.
Le sedute si susseguono come canti di un poema intimo. Il buio iniziale cede lentamente alla luce. Le finestre si aprono. Gli specchi di un sé frammentato si ricompongono.
Trasformazione e possibilità
Il cuore pulsante della narrazione è un invito alla riflessione: la terapia non cancella la sofferenza, ma la accoglie in uno spazio non giudicante che esplora il senso di colpa e lo supera donandogli un significato.
In questo spazio simbolico, Clinica Psiche offre un contributo originale e profondo al dialogo tra scienza, arte e società: la cura non è solo trattamento, ma trasformazione. Una trasformazione che, proprio come nel viaggio dantesco, passa attraverso l’incontro con l’ombra, ma si apre alla possibilità di uno sguardo nuovo – su sé stessi, sull’altro, sul mondo.